Recensione di "The Box": un'oscura venuta
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Scelta della critica
Questo thriller inquietantemente enigmatico diretto da Lorenzo Vigas segue un adolescente dopo aver recuperato i resti di suo padre che sono stati trovati in una fossa comune.
Di Beatrice Loayza
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"The Box" del regista venezuelano Lorenzo Vigas intreccia alcuni dei più grandi orrori della vita messicana moderna in un thriller inquietantemente enigmatico.
Hatzín (l'esordiente Hatzín Navarrete), un adolescente reticente dagli occhi malinconici, intraprende un viaggio in autobus nel nord del Messico per recuperare i resti del padre che non ha mai conosciuto. Quando arriva, gli viene regalata senza troppe cerimonie una scatola di latta. Dentro c'è suo padre, una delle dozzine di persone trovate in una fossa comune clandestina: un fenomeno non insolito in questa parte del paese, dove i membri delle bande spesso sbrigano i loro affari sporchi.
Quando Hatzín vede per strada un uomo che somiglia molto a una fotografia di suo padre, Hatzín consegna prontamente la scatola. C'è stato un errore. Rintraccia l'uomo, Mario (Hernán Mendoza), e insiste che è suo figlio, seguendolo finché Mario non lo accetta nella sua vita, o, meglio, nei suoi affari.
Mario è una sorta di imprenditore che assume lavoratori a basso costo e li trasporta nelle fabbriche vicine, dove sono incoraggiati a realizzare prodotti “più belli e più veloci” rispetto ai loro concorrenti cinesi.
Hatzin è veloce; si rende subito conto che gli operai vengono truffati e, bravo con i numeri, aiuta Mario con alcuni conti. Intuisce che Mario nasconde qualcosa, forse un passato oscuro che lo ha portato ad abbandonare Hatzín e sua madre. Il film prende direzioni angoscianti e inaspettate mentre Hatzín indaga su dove si trova un lavoratore scomparso. Alla fine, gli effetti distorcenti del trauma dell'assenza del padre dell'adolescente ci fanno dubitare delle intenzioni di Mario.
Pieno di inquadrature statiche widescreen che rafforzano il mistero del paesaggio desertico, il film è un film cupo a combustione lenta con accenni di malessere neooccidentale alla maniera dei fratelli Coen. È ricco di commenti sottili sullo sfruttamento e la scomparsa dei lavoratori dell'industria, in particolare delle donne, e su una crisi di identità centrale nella storia messicana, e fornisce queste lezioni come una storia di formazione, davvero molto oscura.
La scatola Non valutato. In spagnolo, con sottotitoli. Durata dello spettacolo: 1 ora e 30 minuti. Guarda su Mubi.
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